Quando l'erezione è poesia
Presente in numerosi paesi del nord Europa come Germania, Olanda e Scandinavia, l’assistenza sessuale per disabili si sta lentamente affermando anche in Italia, dove però la sua presenza deve ancora ottenere la piena legalizzazione.
Ma qual’è lo scopo di questa figura professionale?
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità la sessualità è una espressione fondamentale dell’essere umano, e la salute sessuale a sua volta, integrando gli aspetti affettivi, sociali e intellettuali consente a tutti noi di arricchire la nostra personalità ed il nostro essere.
Se è vero che chiunque ha diritto a sperimentare le proprie emozioni più intime, incluso l’erotismo, spesso questa espressione viene meno quando si scontra con la disabilità, sia fisica o psichica, di una persona. Non è infatti un segreto che siano perlomeno rarissimi i contenuti artistici e letterari che parlano di disabilità e sesso, per quello che viene considerato alla stregua di un tabù lasciato in mano alle famiglie e nascosto al pubblico.
È in questo contesto che la figura dell’assistente sessuali per disabili può intervenire per consentire da una parte l’espressione dei bisogni sessuali e dall’altra l’esperienza affettiva ed empatica che è alla base di una corretta relazione tra le pulsioni interiori di ciascuno di noi ed il mondo esterno.
Inoltre un compito importantissimo di questi professionisti consiste nello sgravare le famiglie dalla responsabilità di provvedere alla gratificazione affettiva e sessuale dei loro cari, ricorrendo a modi alternativi come la prostituzione.
Chi sono questi professionisti?
Gli accompagnatori sessuali sono uomini o donne che decidono volontariamente di aiutare le persone con handicap a vivere la propria sessualità.
Nonostante questa fiura non sia ancora a norma di legge, esistono fortunatamente in Italia dei corsi che possono occuparsi sia di formare che di selezionare in modo rigoroso questi volontari. In nessun caso un assistenza sessuale è legato al mondo della prostituzione, ma riceve in questo modo una formazione adeguata che gli consentirà di concentrarsi non tanto sul lato meccanico dell’atto sessuale ma anche sulla empatia e sul legame affettivo necessari per una esperienza completa e non mortificante per il disabile. L’assistenza sessuale a persone con disabilità si basa infatti sul rispetto e sulla educazione al fine di garantire il diritto alla salute e al benessere psicofisico.
Cosa possono fare questi volontari?
Gli asssitente sessuali per disabili si occupano di educazione all’emotività, all’affettività e alla sessualità, al fine di rendere possibile una esperienza erotica a prescindere dalle difficoltà riscontrate nella propria vita personale.Tra loro ci sono sia eterosessuali che omosessuali, l'età di solito va dai 25 ai 50 anni, con l'obiettivo di permettere a persone con deficit mentale o psichico di vivere una esperienza sessuale, promuovendo l’autonomia personale e relazionale, favorendo una maggiore capacità di prendersi cura del proprio corpo.
Gli incontri normalmente sono organizzati in modo da includere dal semplice massaggio al corpo a corpo, dalla stimolazione tattile ai consigli sulla masturbazione, per promuovere ove possibile una educazione all’autoerotismo. Fondamentale è il rapporto tra pari che deve venire a crearsi tra le parti coinvolte. Sono possibili e ricercate esperienze di piacere orgasmico, ma in nessun caso l’assistente sessuale porterà a termine un rapporto completo.
L’obiettivo di un accomagnatore è quello di garantire alle persone che ne usufruiscono un rapporto migliore con se stessi e con gli altri, rompendo il tabù del sesso e sopratutto del sesso con i disabili, completamente ignorato dalla nostra società.
Seguire un corso di formazione è però necessario, al fine di confrontarsi in maniera adeguata con le diverse patologie che possono esserci dietro ad una disabilità più o meno evidente senza improvvisare. Il requisito fondamentale per lavorare al meglio rimane sempre e comunque l’empatia, con l'obiettivo di realizzare una terapia in cui una persona insegna a toccarsi, toccare l'altro, conoscere il proprio sesso senza vergogna.
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