Il Blog di Roy
La mia prima volta – Perdita della verginità
La mia prima volta – Perdita della verginità. Pezzo tratto dal libro Un’immagine allo specchio di Roy Gigolò
Era il luglio di un’estate molto afosa e la marmitta Proma montata sul mio motorino “Ciao” era più rumorosa di un 500 da cross. Con i miei amici di quartiere, tutti motorizzati, partivamo nelle ore più calde per raggiungere località a noi semi conosciute, tipo le grotte di Frasassi o qualche lago nella provincia di Macerata. E’ così che trascorrevo le mie vacanze dopo un anno di scuola. Giungevamo sul posto e spesso facevamo il bagno in posti pericolosi con l’incoscienza dei nostri quindici anni. Puntualmente tornavamo a casa con le mutande appese al manubrio per farle asciugare, per evitare che le nostre madri ci chiedessero spiegazioni.
Ricordo che erano le due del pomeriggio quando, quasi all’unanimità, ci dirigemmo al lago di Caccamo, che si trova ad una quarantina di chilometri dal bar dove ci ritrovavamo sempre. L’aria non particolarmente calda e l’ombra che tutta la vegetazione faceva nei pressi del lago ci fecero desistere dai nostri intenti. Rinunciammo a fare il bagno e optammo per un gelato all’unico chiosco che c’era sulla spiaggia.
Il bar, aperto solo d’estate, non aveva tutte le comodità e le leccornie di un locale aperto tutto l’anno, era fornito solo di panini fatti al momento da una signora anziana con il fazzoletto in testa e di un frigo per i gelati. Ci sedemmo attorno all’unico tavolo di legno che c’era e che era stato ricavato da un grande albero secolare. Mentre i miei compagni avevano preferito ghiaccioli o coni, io avevo scelto una coppa del nonno, un gelato squisito al caffè, che mi piace tuttora. Il nostro gruppo era molto numeroso e rompeva la quotidiana tranquillità di quel posto, sicuramente più adatto alle famiglie che a dei ragazzini scalmanati.
Notai a malapena una figura femminile tra di noi, non era una splendida ragazzina che avrebbe potuto farmi girare la testa, ma una donna che poteva essere benissimo mia madre, visto l’età che dimostrava; era immobile e mi osservava. Il suo sguardo si fece sempre più intenso e fastidioso, tanto che non riuscivo più a sostenerlo. Odiavo mangiare mentre qualcuno mi fissava. Avendo finito il loro gelato, ad uno ad uno i miei compagni si alzarono ed io rimasi seduto lì a finire la mia coppa. Ne avevo mangiata circa metà quando lei mi parlò. “Ciao, come ti chiami?” “Roberto”, le risposi. Mi chiese quanti anni avessi e di dove fossi. Io le dissi che ne avevo quasi sedici e che ero di Matelica. “Sai che sei molto carino?”
Sorrisi poco interessato ai suoi complimenti e continuai a fissare la coppa. Mi chiese se mi piacessero le sorprese e se mi andasse di vedere una cosa. Sono sempre stato molto curioso, quindi accettai e la signora mi condusse in un boschetto poco sopra al chiosco. Io la seguivo come un cagnolino scodinzolante. Dopo circa 15 metri di fitta vegetazione, ci trovammo al centro di un piccolo spazio privo di alberi e cespugli. Improvvisamente lei si sollevò la gonna lentamente, io la guardai perplesso, pensai dovesse fare pipì, ma le sue intenzioni erano evidentemente altre.
Mostrandomi le sue parti intime, mi chiese se mi piacessero. Arrossii e abbassai lo sguardo per non guardare. “Era questa la sorpresa, vedrai, ti piacerà”. Mi prese una mano e la guidò fino alle sue mutande, facendomi toccare quella cosa che fino a quel momento avevo visto solo su qualche giornale o in televisione. Spaventato ma incuriosito l’assecondai. Rassicurata dalla mia reazione, si tolse le mutande, e posò la mia mano su un folto pelo riccio che ricopriva buona parte del suo ventre. La sfregava vigorosamente sul suo pube; la sua voce sembrava cambiata, era come rallentata e vibrante allo stesso tempo. Qualche lamento intervallava le sue parole. Spesso chiudeva gli occhi per poi riaprirli e richiuderli ancora. Intuivo che ciò che stavamo facendo era una parte del sesso, ma la mia conoscenza a riguardo era limitata solo alla teoria e all’immaginazione.
Spesso mi masturbavo in bagno o in camera mia guardando il catalogo di Postalmarket o Vestro dove nella pagina dell’intimo comparivano dei bellissimi sederi.
Tra noi ragazzini spesso si affrontava l’argomento sesso, quello più sveglio del quartiere si vantava di aver baciato e toccato nelle parti intime Vanessa, la più carina della zona, etichettata per questo come troia. La verità è che noi maschi esageriamo sempre raccontando le nostre performance e molto spesso la realtà è un’altra. Mi accorsi che le mie dita a contatto di quella peluria si erano bagnate, ma incredibilmente non mi faceva schifo, anzi, mi sentivo come quando sfogliavo Postalmarket, insomma avevo voglia di toccarmi. Lei intuì immediatamente questo mio stato e si affrettò a spogliarmi.
Mi sfilò i pantaloni corti e poi mi tolse le mutande. Mi vergognai dello stato in cui ero e che non riuscivo a controllare. Lei iniziò a toccarmi come di solito facevo io, ma questa volta era decisamente più piacevole. Si sdraiò a terra a gambe larghe con la gonna alzata e mi chiese se mi andasse di mettere dentro il mio pisello. Mi prese per un braccio e mi fece inginocchiare davanti a lei, poi con la mano mi tirò fino alla sua fessura ed io lo spinsi dentro con la stessa naturalezza del neonato che succhia dal capezzolo della mamma, senza che nessuno glielo abbia insegnato. Immediatamente sentii tutto il suo calore e dopo due spinte pelviche feci un sospiro liberatorio e uscii subito, perdendo liquido tra le sue gambe e sull’erba. Il tutto era forse durato cinque secondi.
Mi alzai, mi rivestii in fretta e scappai lasciandola lì a terra con la gonna ancora alzata. Raggiunsi i miei compagni, nessuno si era accorto della mia assenza. Non raccontai mai a nessuno ciò che mi era successo e tenni questo segreto per anni.
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La violenza schivata. 12 anni in casa assieme ad un cuginetto di 6 anni, mia madre è a lavorare. Arrivano due altri cugini, già maggiorenni, abitanti in altro paese. Non sono mai venuti prima. Mi chiedono dov'è mia madre e quando torna. Continuano a ridere come cretini, gli occhi iniettati di sangue e lucidi.....mi continuano a squadrare dalla testa ai piedi, si guardano e ridono, leggo loro negli occhi il male e vedo negli occhi dell'altro bambino la paura e la diffidenza, li guarda fissi serio....troppo serio per un bimbo della sua età. Dico loro che tra poco rientra e che è da parecchio che è uscita. Continuano a ridere sguaiatamente, si guardano ....tentennano indecisi....guardano il cuginetto che non smette di fissarli, poi finalmente se ne vanno e chiudo la porta con 4 mandate. Mia madre mi ordinò di non aprire loro più la porta. Erano completamente fatti di droga. Uno poi morì verso i 30 ....l'altro sopravvive ma è conciato.
La mia prima volta voluta e bella, a 15 anni, quasi 16
La mia prima volta ( condividiamoci!) .Da bimbetta, tra gli 11 e i 12 in estate lavoravo e tornando a casa in bici per la pausa pranzo mi fermavo al luna park spento. La sera non ci sarei potuta andare e allora andava bene così. Dei tipi, moooolto più grandi di me ( 35- 40-45), mi invitarono nella loro " casa", mi avrebbero dato dei pupazzi . Ed ecco fatto il patatrac.Non sapevo di preciso cosa stava succedendo, ma sapevo che se stavo zitta e assecondavo sarei tornata presto presto a casa.Infatti.Ci Tornai in bici, senza pupazzi ( non li avevo voluti) e con gli slip sporchi nascosti nello zaino.Li lanciai nel fosso più avanti.Dopo i 20 anni ho capito che non la avevo voluta io quella cosa , quando guardando i ragazzini dodicenni l unico istinto nei loro confronti era quello di giocarci a pallone insieme.Dopo i 30 invece sono andata a trovarli al solito luna park.Erano ancora lì, quasi anziani, e ho provato tenerezza.In fondo la pena più grande se la devono portare loro addosso.Di me hanno preso quasi nulla, il meglio ce l ho ancora io!
P.s il ciao , mitico! Io lo avevo rosso, ci si andava anche in 3 con il classico mal di chiappe
Io avevo quasi la tua età ma giocavo con le bambole non avevo sperienze ma la cosa che mi fa male ancora oggi dalle persone che non pensavo che potevano farmi del male soprattutto minacciandomi con una arma se no sarei stata zitta
Che dire?Da tale esperienza (se ne parli con tranquillità vuol dire che hai elaborato ed è superata;ma la cicatrice resta è questo lo sai solo te)!La foto preclude uno sguardo aperto è curioso,come la maggior parte degli adolescenti....ma ,domanda...l’iniziazione al sesso così a mio avviso violato in qualche modo ha influenzato Roberto/Roy ad essere l'Uomo di oggi?!
(continua) si ha rispetto per chi soffre dcardiopatie, cefalee, artrosi, per chi ha un cancro persino per chi si opera di ernia o appendicite ma chi ha subito torture e sta ancora male dentro non si rispetta, si schernisce, si disprezza. Agli altri dici poverino. A chi ha avuto la sfortuna di perdere il marito ed è rimasta sola e soffre dici poverina...la comprendi la difendi ti avvicini con dolcezza e rispetto. Chi piange fin da quando era piccina e si è vista negare molto di ció che ai bambini serve per sentirsi accettati protetti amati e stimati insomma...per chi a causa di questo si è fottuta tutta una parte della sua vita invece non c'è pietá non c'è niente. Non c'è comprensione o una mano tesa o una parola gentile...solo derisione e disprezzo. Riflettevo su tutto questo stamattina vedento il post
un'altra cosa che mi fa sempre riflettere e un po fa male è questa: come viene sottolineata e publicizzata la violenza fisica...se un bimbo è vittima di abusi la cosa fa subito molto scalpore la gente inorridisce. Invece passa sotto il silenzio e l'indifferenza di tutti la violenza psicologica sistematica e continuata sui piccoli e gli adolescenti. Di quella non parla nessuno se ne parla solo quando la sofferenza della vittima arriva al punto di mettere in atto il suicidio. Allora tutti si guardano meravigliati e si chiedono ma perchè l'ha fatto? aveva tutto...La malattia fisica viene considerata, curata accettata. Il malessere dell'anima no. Le vittime vengono guardate con sospetto...allontanate coma avessero la lebbra...beffeggiate. Si ha rispetto d
queste storie di abusi su bambini sono terribili. Queste persone ...i carnefici...ho pensato...il primo istinto è un istinto omicida di vendetta perchè non tollero certe cose. Peró poi penso anche che queste sono persone a loro volta abusate che andrebbero curate. Non è una scusante anzi va condannata solo che la violenza crea violenza. I banbini vittime di vilenza fisica ad esempio che vengono picchiati spesso hanno poi lo stesso comportamento sugli altri. E anche chi subisce violenze sessuali anche se al momento non sembra e nasconde poi avrá nella vita un qualche scompenso nei suoi rapporti col sesso...di qualche tipo.
:flushed: Un modo strano di perdere la verginità per un maschietto e meno male che non ti ha lasciato traumi. Il mio invece un pò precipitoso e poco romantico di come me lo sono costruito nella mia giovane mente di ragazzina :rose::rose::rose:
Sono senza parole Roy...se corrisponde al vero questa cosa mi fa incazzare oltre ogni limite...:flushed:
Buongiorno Roy.questa storia l'ho sentita un centinaio di volte.. tutti uguali voi uomini vero?:blush:
Da star male a leggere ....si dà sempre tanta enfasi agli abusi con violenza fisica sulla vittima, salvo che poi vengono gran paraculati dalla difesa e dal buonismo col culo degli altri, e poi questo genere di abusi silenziosi passano più facilmente inosservati perché "apparentemente" non lasciano traccia. Ma la traccia la lasciano .....eccome se la lasciano nella mente. Non sono religiosa ma chiedo questo "Dio se esisti ....nel qual caso dovessi perdere il senno e posare gli occhi in tal senso su un bambino .....uccidimi sul colpo al primo pensiero".
Dicevo tu e Roy a avete fatto un ottimo lavoro, ma lasciami esprimere un pensiero relativo a tale articolo: io e te siamo simili per quanto riguarda tale storia o meglio a me è capitata la stessa cosa su per giù in una maniera diversa. Ero molto precoce . Ma mi resta da dire solo una cosa qualsiasi bambina ma soprattutto qualsiasi bambino diventerà donna e uomo , quindi siamo dei fiori che dovremmo sbocciare, A determinate situazioni si fanno appassire prima del tempo .
Tvb Roy
Ciao Roy, Buongiorno, ti scrivo qui perché , nell'altro social non mi va che altri vedano tale commenti e qui posso rimanere in maniera fittizia, Xo' sicuramente hai capito....
Ti scrivo questo commento perché, innanzi tt complimenti ancora , anche da bambino avevi ( anche adesso) quella dolcezza pazzesca che mi coinvolge ancora di più;
Devo dire che quando ho aperto il social stamane e ho visto qst argomento, già avevo capito a cosa ti riferissi, be il tuo libro, lo so' a memoria, e devo dire che Tu Roberto e Roy avete fatto un capolavoro <3; in qst tema , ma soprattutto in qst storia io .... Be io e te siamo simili ...
Ci è successa la stessa cosa( in maniera diversa )MA L'età era precoce , qualche annetto in meno....
Il tempo passa, ma quel ricordo rimane, rimarrà per sempre !io dico solo una cosa: noi bambine e bambini, prima di diventare Donne e uomini, siamo FIORI che dobbiamo sbocciare, solo che alla fine tali eventi macabrosi, ci fanno appassire prima del tempo.
Un Bacione Roy.tvb.
Ciao Roy....dopo questa esperienza cosa hai provato? E quanto tempo dopo hai avuto la seconda?
Eri un angelo da bambino,ora hai il viso da volpone..sarebbe bello vedere alcune foto da ragazzo...ricordi!Ciao supereroe:kissing_heart:
Che bimbo Dolce :heart:
Buongiornoooo roy buon inizio di settimana :kissing_heart:
Dalla Felsineaper la cronaca la tua terra trema!
Hai l'aspetto di un gaio galeotto appena evaso che riassapora le sua ritrovata libertà andando a zonzo per le vie della città. Quella bara = look da galeotto.